Oggi, 6 novembre, ricorre il 143° anniversario della nascita di Robert Musil, uno dei più grandi scrittori austriaci del Novecento. Autore del celebre romanzo “L’uomo senza qualità”, Musil ha esplorato con acume e profondità le contraddizioni e le crisi dell’epoca moderna, in particolare quella della Germania tra le due guerre mondiali. Tra le sue opere più note, “I turbamenti del giovane Törless”, un romanzo pubblicato nel 1906, che racconta le esperienze di un adolescente in un collegio militare austriaco, tra violenza, erotismo e angoscia esistenziale.

Ho voluto rendere omaggio al grande autore austriaco nel mio romanzo “Werdenstein”, il prequel della saga storica La Profezia dello Scrigno. Una parte della vicenda (Libro 2, La porta del diavolo)  è ambientata in un collegio militare nel sud della Germania, ai confini dell’Austria, dove il mio protagonista, Philipp von Rosenberg, nel momento di passaggio dall’adolescenza alla virilità, si confronta con la violenza, il sadismo, la religione e il senso di colpa, sullo sfondo della crisi della società mitteleuropea nei primi anni del ‘900. In “Werdenstein”, queste tematiche si mescolano con il mistero, la passione e il noir, in una trama aperta agli influssi del gotico e dell’esoterico.

Musil è stato per me una fonte di ispirazione e di ammirazione, soprattutto per la sua capacità di analizzare con lucidità e profondità la psicologia umana e le dinamiche storiche e sociali. Il suo stile è raffinato e intenso, capace di mescolare narrazione, saggismo e filosofia.